L’analisi bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea che parte dal presupposto olistico secondo il quale il comportamento, il movimento corporeo e la struttura psichica di una persona sottendono un’identità funzionale. L’essere umano funzionerebbe, perciò, come un unico organismo, in cui il versante psichico e quello somatico non sono scindibili l’uno dall’altro.
Il processo terapeutico che ne deriva ha come obiettivi la consapevolezza, l’espressione efficace di sé e la padronanza di sé, ovvero, l’individuo diventando consapevole delle proprie emozioni le può esprimere in modo efficace e congruo.
L’analisi bioenergetica deriva dall’opera di Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi. Egli nacque nel 1856 a Vienna, dove studiò medicina e neurologia lasciandosi affascinare dalla ricerca su sintomi per i quali, fino a quel momento, non si era ancora trovata una soluzione. In quel periodo le persone soffrivano di malattie per le quali la scienza non riusciva a individuare rimedi validi, come per esempio: paralisi, cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria, e perdita di sensibilità in varie parti del corpo. Freud definì tali sintomi come l’espressione corporea di esperienze infantili di dolore e paura che la mente aveva rimosso. Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi.
Wilhelm Reich, paziente e allievo di Freud, introdusse nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo il linguaggio del corpo. Allo stesso modo in cui Freud notò una spaccatura fra memoria conscia e inconscia, Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo.
Alexander Lowen, fondatore dell’analisi bioenergetica, a sua volta paziente e allievo di Reich, portò avanti gli studi sul linguaggio del corpo approfondendoli ancor più. L’analisi bioenergetica ha come obiettivo, quindi, la conoscenza profonda di sé, delle proprie emozioni e la loro espressione coerente nel linguaggio verbale e in quello non verbale.